A Girifalco, un piccolo paese del catanzarese, a metà degli anni ’60, uno strampalato postino copia le lettere di cui è portatore. Le legge, le archivia, entra nelle vite degli altri, le analizza e le interiorizza, a volte sembra addirittura perdere i confini di se stesso per entrare a far parte dei personaggi che ha il piacere di incontrare tra le righe delle missive che è chiamato a recapitare. Insieme a lui, protagoniste indiscusse del romanzo sono le coincidenze, gli episodi associativi che forniscono significato ad alcuni momenti, quelli che compensano le delusioni e insegnano a credere nel destino. E’ proprio quando una lettera anonima cade nelle mani del portalettere che la combinazione diventa perfetta, rivelando una costruzione narrativa ineccepibile. Un giallo intorno ad una storia d’amore è il canale di congiunzione tra il protagonista e le coincidenze, in un mix perfetto di ingegno e originalità.

Breve trattato sulle coincidenze
Breve trattato sulle coincidenze

Domenico Dara con “Breve trattato sulle coincidenze” ci insegna a non creder al caso, ma ad aspettare che la vita ci fornisca le risposte agli eventi che credevamo improvvisi “Al postino influenzato dal professore gli sembrava che ogni evento si disponesse secondo un equilibrio: la sosta e la partenza, l’ubbidienza e la rivolta, il perdono e la vendetta, l’umiltà e l’ambizione, l’amore e l’odio, la vita e la morte.”

Gli eventi coincidono, si associano e ci fanno pensare che la bellezza della vita risiede nella compensazione. Anche quando ci sembra impossibile, anche quando la nostra rabbia e le nostre delusioni sono più forti, vale la legge che il piccolo Rocco impara alle scuole elementari: “Quando il bicchiere è colmo, l’acqua non può più fuoriuscire”.

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