Una storia antica illustre (i documentari di Pasolini, di Mario Soldati, di Sergio Zavoli, di Liliana Cavani, per citarne solo alcuni) e anche un grande futuro: i documentari, ormai non più figli di un cinema minore, sono diventati anno dopo anno, o meglio sono tornati ad essere, un modo di raccontare storie affascinanti al pari dei film, senza interpreti certo ma con la realtà al centro. Con le piattaforme e i canali tematici sono diventati benzina per i palinsesti e anche la Rai ha ripreso in mano il tema e con esso anche il suo passato di servizio pubblico.
La struttura Rai Documentari, guidata da Duilio Giammaria, esiste da un anno e si è fatta notare: il film sulle nuove scoperte a Pompei ha avuto su Rai2 un record di ascolto in prima serata con il 12% per citare un titolo nuovo, ma tanto altro è in cantiere sia come produzione interna e sia come coproduzione con i tanti produttori indipendenti italiani e con accordi internazionali. Questi ultimi sono alla base di un grande progetto – anticipa Giammaria – sul Mediterraneo, sei puntate con France Televisions, un grande viaggio nel nostro mare e nelle sue grandi contraddizioni ambientali che sarà pronto nel 2022. “Plastic War” indaga il vero volto del “materiale del secolo”, le lobby, gli interessi delle grandi aziende, lo scempio ambientale. “Le mani sull’acqua” invece, esamina la vicenda dei veleni dei Pfas, le sostanze chimiche invisibili che da 50 anni contaminano i terreni e le acque del nostro pianeta: in Veneto è stato scoperto un tasso di inquinamento da Pfas tra i più estesi al mondo.
“Nel 2021 abbiamo in programma 80 documentari, di varie lunghezze e per la prima e la seconda serata. Stiamo lavorando con la giovane società di Sanpa su due serie: il caso Tortora e la tragedia di Vermicino”. Tra i progetti in cantiere anche “una storia di Ilona Staller e una idea con la Fandango di Domenico Procacci sulla mitica squadra della Coppa Davis del ’76 quando Panatta sfidò Pinochet. E per l’anno di Dante tre lavori : Dante Confindential, una specie di game trasportando il poeta nell’oggi, con Pif, una serie internazionale con Pbs e un Dante più politico precursore dell’unità d’Italia”.