La matassa dei vicoli con andamento circolare accoglie, come una madre con il suo pargolo, il paese di Civita, un luogo magico tra la timpa del demanio e le gole del Raganello, dove le case kodra, abitazioni antropomorfiche ispirate ai lavori dell’artista albanese Ibrahim Kodra, e i comignoli antichi posti sui pergolati, realizzati dagli artigiani per scacciare gli spiriti e la mala sorte, sono solo due degli elementi caratteristici, suggestivi piuttosto.


civita
Come le tradizioni che scandiscono lentamente la vita degli abitanti. Ne sono una prova i vicinati più arcaici, chiamati anche ghitonie, dove gli uomini consumano il giorno con arzigogolate passeggiate e le donne si ritrovano davanti l’uscio di casa, si cimentano nel cucito e discorrono della vita che passa e si colora di ricorrenze familiari festose e di riti intrisi di storia che negli anni si ripetono e non risentono di intensità, come quel senso di appartenenza che contraddistingue questa comunità arbëreshë. Nelle scuole l’insegnamento della storia, degli usi e dei costumi e della lingua albanese rivestono un ruolo centralissimo: ancora si parla alla maniera di Scanderberg, nonostante l’idioma sia cambiato nel tempo come in altre comunità. I cittadini del futuro dedicano tempo e passione nell’apprendimento delle loro origini.


Senza dimenticare la pasqua, un momento importante per tutti, celebrata alla maniera degli avi. Nel giorno delle balie sono le nonne ad avere l’onere e il dovere di far indossare alle giovani nipoti gli abiti tradizionali: la camicia di merletto, la cravatta ricamata d’oro legata intorno al collo, il gilè come soprabito e i vivaci drappi di seta ricamati che raccontano una storia tra passato e presente, che scendono sui fianchi e cambiano colore, a seconda dello status della giovane donna, se sposata o nubile. I canti, rigorosamente in lingua, si sprecano, e le danze, non dimentichiamo le danze: ognuna con una simbologia ben precisa, che racconta antiche tattiche di battaglia, un aneddoto, una storia d’amore e quasi sempre un sentimento, come l’amicizia, l’onestà e l’onore, tutte virtù dell’eroe del tempo grande.

Ed è ancora tra quelle case con finestre e porte una di fronte all’altra, negli slarghi e nelle piazzette del paese che d’improvviso un falò attira a sé le famiglie di Civita, le fa girare intorno, le accoglie e le aggrega, come il focolare, simbolo di unità familiare e attaccamento all’etnia albanese.
Un viaggio che ha del meraviglioso, un viaggio tra le pieghe della cultura italo albanese, della cultura arbëreshë, ancora viva, oggi più che mai.

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LeggoScrivo
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