Ok, Matera sarà anche Capitale europea della cultura ma Aliano è una sua degna, degnissima succursale. Ad Aliano, quando vieni in visita qui, ti accorgi che è il paese della cultura. Su tutto regna il ricordo di Carlo Levi che qui è stato confinato e che ha lasciato un grande segno evidente. È normale il legame fra il posto e lo scrittore. Venne mandato qui perché antifascista in un periodo in cui l’Italia si affacciava sul baratro nero della Guerra mondiale. Carlo Levi, per chi viene ad Aliano, è assimilabile quasi ad un eroe. Un loro eroe. Uno di loro a tutti gli effetti. Basti pensare che nell’opera che lo ha reso immortale, Cristo si è fermato a Eboli, scrive il nome di Aliano come lo pronunciano da queste parti, “Gagliano”. Qui si celebra il premio che lo ricorda perché è proprio lui che ha voluto mantenere vivo il ricordo del suo rapporto scegliendo di essere seppellito qui alla sua morte, nel 1975. Ad Aliano lo amano tutti. Quando, con la mia famiglia, siamo venuti in Basilicata per le celebrazioni, abbiamo proprio scelto di fare un giro “lunare” fra le proposte del Parco letterario intitolato a Carlo Levi che ci ha portato, con ben cinque percorsi, fra i Calanchi. Queste enormi montagne fatte di rocce che ti fanno sembrare di essere da un’altra parte del mondo. Proprio in un altro mondo in realtà. A proposito di altri mondi, qui ne sono stati realizzati in celluloide. Mi racconta il signore bassino che gestisce il generi alimentari che proprio qui hanno girato non solo il film dedicato al libro di Levi, per la regia di Francesco Rosi, ma hanno realizzato qualcosa qui anche Basilicata coast to coast del simpaticissimo Rocco Papaleo. E poi qui c’è anche il Festival della Luna diretto dal poeta Franco Arminio che ogni anno porta tanta gente fra le persone che qui vivono lentamente come solo il miglior sud sa fare. Ottanta chilometri in auto e torniamo a dormire a Matera. I nostri sogni sono fatti della stessa materia dei Calanchi di Aliano questa notte.

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