Nelle vene di Vivaldi scorreva un po’ di sangue di Pomarico. Mi appassiono alle piccole e grandi storie italiane ed è così che ho scoperto questa. L’ho scoperta, come è mio costume, preparandomi al viaggio per la Basilicata. Data per scontata la bellissima visita a Matera Capitale della cultura, avevo previsto di visitare qualche paese con elementi che attirassero la mia attenzione. La congiunzione fra Vivaldi e Pomarico mi ha colpito. Il compositore barocco delle famose Quattro stagioni era figlio di Camilla Calicchio, a sua volta figlia di Camillo (giuro, tutto vero), che a Pomarico faceva il sarto prima di partire per il nord. Un particolare che mi ha fatto venir voglia di visitare questo luogo, che ama moltissimo Vivaldi, e che ho trovato con delle architetture religiose splendide.
Da visitare subito la chiesa madre di San Michele Arcangelo, costruita nella seconda metà del Settecento e che ha trovato nuova vita dopo i danneggiamenti del terremoto del 1980. La sua facciata barocca è davvero suggestiva, il campanile vicino è imponente. Dentro si può notare subito la struttura a croce e vedere i dipinti di Pietro Antonio Ferro, Andrea Vaccaro e la statua di San Michele del Quattrocento.

La mia visita prosegue alla chiesa di Sant’Antonio da Padova dove oggi c’è il Comune nei locali che una volta erano del convento. La cosa che colpisce di più nella visita, oltre agli altari, sono i quadri. C’è la “Deposizione” e la “Madonna col Bambino coi santi Francesco e Antonio” e la “Maddalena penitente”.
Salendo su per Rione Castello si vedono i ruderi dell’antica fortificazione, la chiesa dell’Addolorata e Palazzo Donnaperna, voluto dalla nobiltà che abitava questi luoghi, con il suo bellissimo Salone Rosa.

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