Mi piacerebbe saper descrivere la mia visita a Matera come i Subsonica parlano di Torino. Con quella stessa intensa intensità. Sono stato a Matera che c’era un cielo plumbeo. Ho pensato d’aver beccato una giornata sfigata e di aver perso soldi del viaggio e, soprattutto, tempo per vedere qualcosa. Sottovalutavo il fatto che Matera Capitale della Cultura 2019 ha dalla sua parte la clemenza degli eventi atmosferici. Tutto questo mi ha permesso di entrare nel cuore del suo centro storico e rimanere con il fiato mozzato per le sue incredibili affacciate. Sono stato in piazza. Mi sono affacciato da quello splendido balcone, quello con le mattonelle con le ricette, e ho visto tutto il biancore delle case in pietra. Sassi bianchi che ti fanno perdere lo sguardo. Poi, davanti a me, la Murgia materana. Tira un po’ di vento qui ma sei talmente incantato da tutto questo spettacolo che non fai caso alla possibilità di dover fare i conti con il termometro…
A spasso sui massi della Murgia vedo tutto quello che avevo visto prima dall’altro lato. È questo il bello di Matera: puoi vedere tutto da punti differenti. Già questa sarebbe stata una bella motivazione per farla Capitale della Cultura europea: vedere un mondo con tanti occhi. E Matera questo è.

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