Non mi chiedete perché ma so da sempre che Craco, a qualche chilometro da Matera, è un set cinematografico per eccellenza. Come lo so? Perché quando ero ragazzino, guardavo una serie tv italiana che si chiamava “Classe di ferro” dove recitavano il figlio di Ciccio Ingrassia e Rocco Papaleo ancora sconosciuto. Non sapevo fosse in Basilicata però. E, andando a Matera per scoprirla come Capitale europea della Cultura, ho visto che a qualche chilometro di distanza c’era Craco. E io ci sono andato. Il posto vive di 700 anime che sembrerebbero poche ma che in realtà sono fondamentali per queste atmosfere. I motivi di queste fascinazioni ambientali sono due: il primo è dovuto ai calanchi che dominano questo territorio che lo rendono un set perfetto; l’altro per la frana del 1963. A causa di questa gli abitanti iniziarono a spostarsi a valle e il paese restò spopolato. I film girati qui sono talmente tanti che me li sono dovuti andati a cercare su Wikipedia. E ho scoperto che qui hanno girato: La lupa di Alberto Lattuada; Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni; King David di Bruce Beresford; Oddio, ci siamo persi il papa di Robert M. Young; Il sole anche di notte dei Fratelli Taviani; Ninfa plebea di Lina Wertmüller; Terra bruciata di Fabio Segatori; Nativity, di Catherine Hardwicke; Quantum of Solace di Marc Forster; Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo (che questi luoghi li conosce benissimo); Un medico di campagna di Luigi Di Gianni e Montedoro di Antonello Faretta. Tanti. Ma qui non c’è solo un set da film, si possono anche esplorare le contrade. Il Canzoniere, Sant’Eligio e San Lorenzo. E ovunque si possono vedere e apprezzare gli ulivi maestosi.

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