A Matera non c’ero mai stata. Era segnata nella mia wishlist dei luoghi da vistare, da un po’ di tempo. Ed ecco che arriva il momento giusto; Materadio La festa di Radio Tre, a settembre dell’anno scorso.

Quale occasione migliore? Musica, incontri, teatro e un clima perfetto per godersi lo spettacolo dei sassi e tutte quelle case che ci sono costruite dentro. Quando arrivi la prima cosa che noti è il colore bianco della calcarinite che acceca gli occhi, e poi, girandoti attorno, ti accorgi che il nucleo della città si trova in basso, dentro la roccia, quasi a voler riempire un vuoto lasciato dai sedimenti millenari. Ci metti un po’ a capire com’è costruita e dove sono le tutte quelle cose bella da visitare che hai visto sulle guide. Ma finita la fase di orientamento, ecco che ci sei. Le chiese rupestri, che si trovano tra i sassi e il parco della Murgia Materana, con le decorazioni pittoriche, sono testimonianza di un monachesimo importante e delicato, che connette questo piccolo centro con luoghi come l’Armenia, la Cappodocia e la Siria, così apparentemente lontani.

La visita alla Cattedrale della Madonna della Bruna in stile romanico è stata per me una rivelazione, dovuta alla scoperta di Sant’Eustachio, patrono della città. Generale romano rappresentato nella sua iconografia, elegantissimo, colorato e con un sottile baffetto. Anche la moglie del martire Teopista mi affascina, raffigurata sulla facciata della Cattedrale, dalle strane proporzioni e in abiti in pieno stile romano. La mia visita dura solo due giorni, non ho il tempo di vedere tutto. Allora decido di concentrami su poche cose. Volevo assolutamente ascoltare l’incontro previsto dalla Festa di Radio 3 con l’archeologo Paolo Matthiae e Pietro Laureano che mi ha fatto scoprire tante piccole analogie tra l’insediamento antico di Matera e la nascita degli agglomerati urbani nel Vicino Oriente, che si sono sviluppati all’interno di un paesaggio spesso ostile, ma che hanno saputo trovare piccoli compromessi per poterci vivere. Come è successo per il “Palombaro Lungo”, la bellissima cisterna sotterranea della città.  Mi resta poco tempo. Voglio visitare assolutamente il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” per avere un’immagine più nitida della storia di quel luogo e degli uomini che l’hanno abitato. Infine mi affido a quello che io ritengo l’esperienza fondamentale da fare quando si visita un luogo: mangiare, bere, assaggiare.

Ci sediamo all’Osteria Malatesta consigliata dagli amici con cui abbiamo fatto il viaggio e tra un bicchiere e di vino e un piatto caldo, chiacchieriamo, tanto, tantissimo.

Ci sono altre cose da visitare a Matera, esperienze da fare, e soprattutto andare lì e avere il tempo per godersi il paesaggio, trascorrere qualche ora solo a guardare i dettagli di un posto davvero speciale. Inutile dirvi che è un luogo importante per la storia dell’umanità e che bisogna visitarla. Credo però che, se ce ne fossimo accorti prima della sua candidatura a Capitale Europea della Cultura, saremmo stati più preparati, l’avremmo sentita più vicina e forse l’avremmo guardata con occhi diversi. Ma questo non importa adesso.

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