Kitesurf

Tra gli ultimi a nascere nella schiera degli sport acquatici, ma già nel cuore di tanti sportivi appassionati, il kitesurf dal suo esordio avvenuto negli anni ’80 in Francia, grazie ai fratelli Legaignoux, si sta diffondendo sempre più e sono molte le spiagge italiane in cui viene praticato. Gli aquiloni dei tanti kitesurfer punteggiano il cielo con i loro colori sgargianti nelle giornate in cui soffia il miglior vento, creando suggestive e colorate coreografie. É una vista veramente coinvolgente: come veri funamboli i kiters compiono salti ed acrobazie spettacolari e nel contempo sembrano quasi danzare sull’acqua. Per praticare questo sport sono necessari un’apposita tavola ed un aquilone (ala o kite) che viene manovrato attraverso una barra di controllo (boma) ed è collegata all’ala da due, quattro o più cavi lunghi e sottili. Nel 1996 è stato Manu Bertin il primo ad utilizzare al posto della vela da windsurf l’aquilone, realizzato in tessuto molto leggero e cucito su un’armatura, che oltre a sviluppare un’incredibile capacità di trascinamento, ha anche una componente di trazione verso l’alto che rende possibili le strabilianti acrobazie. Naturalmente, come in qualsiasi disciplina sportiva, è necessaria un’adeguata preparazione fisica e soprattutto per chi è alle prime armi è bene seguire qualche lezione con un istruttore per acquisire i primi rudimenti. Anche in Calabria esiste la possibilità di praticare il kitesurf sia per la giusta ventilazione che per la conformazione delle spiagge e già in diversi spot (così in gergo sono chiamati i luoghi dove praticare questo sport) è possibile incontrare piccole “comunità” di kiters intenti a scambiarsi consigli su attrezzature e tecniche varie. Tra quelli conosciuti ai più, Gizzeria e Falerna sul Tirreno in provincia di Catanzaro e Steccato di Cutro sulla costa ionica crotonese, luoghi che offrono adeguate caratteristiche: vento costante per molti mesi all’anno e spiaggia ampia con sabbia fine ed assenza di scogli.

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