Il sentiero dell’Inglese

Il “sentiero dell’inglese” trae spunto dai racconti di viaggio del viaggiatore inglese Edward Lear che nel 1847 percorse a piedi la Calabria ed il Regno di Napoli e che lui racconta in uno dei suoi diari. Prendendo spunto da questo nasce nel 1994, nell’Area Grecanica del Parco Nazionale dell’Aspromonte, una singolare proposta escursionistica basata sul viaggiare a piedi da paese a paese lungo sentieri naturalistici, accompagnati da una o più guide locali. Il sentiero si snoda su luoghi di grande interesse naturalistico ma sopratutto antropologici, infatti oltre alle specie endemiche si attraversano vari centri storici alcuni dei quali oggi abbandonati come Rogudi o Amendolea e soprattutto s’incontra la gente, mettendo in contatto il turista con la cultura dei luoghi visitati. Il pernottamento avviene nei paesi collinari dove fu ospitato “l’inglese”. Si tratta di appartamenti arredati e muniti di servizi,messi a disposizione dai proprietari per l’alloggio dei turisti e soltanto in alcuni di essi vive ancora oggi la famiglia. Un modello di “ospitalità diffusa”, nato in Aspromonte dopo tre anni(1990/93) di animazione territoriale ad opera del WWF Italia.
Il Sentiero dell’Inglese è un trekking non estremo, per gruppi organizzati composti da minimo 8 partecipanti.
E’ rivolto a coloro che praticano il trekking e si trovano nelle condizioni fisiche tali da sostenere, ogni giorno per una settimana, camminate da minimo 5 a massimo 8 ore su sentieri a volte non segnati. I periodi migliori per fare questo trekking vanno da marzo a metà giugno e da settembre a novembre. Il trekking ha inizio a Pentedattilo per poi continuare verso i borghi di Bagaladi, Amendolea, Gallicianò, Bova, Roghudi Vecchio, Palizzi e Staiti. In ogni borgo vi è un’associazione o cooperativa locale, che si occupa del vitto ed alloggio dei partecipanti.

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