Gioiosa Jonica: tamburi e balli nella Festa di San Rocco

Ogni anno, nell’ultima domenica di agosto, a Gioiosa Jonica si festeggia il Santo Patrono, San Rocco. In realtà la celebrazione si articola su più giorni, ma è nella giornata di domenica che, sicuramente, si concentrano le emozioni più intense in quella che viene riconosciuta come la processione più lunga: una processione ballata e suonata. Tutto ha inizio al mattino quando la statua di San Rocco, una bella statua lignea di scuola napoletana, esce, quasi in trionfo, dalla sua chiesa e viene portata a spalla attraverso i rioni del centro storico fino alla Chiesa Matrice dove più tardi si svolgerà la Santa Messa.
La processione si snoda lungo le viuzze del paese, supera ardite rampe ed altrettante discese, sfiora quasi i balconi dove i gioiosani sono protesi a salutare il loro Santo Patrono.
Il ritmo frenetico dei tamburi segna il passo, è il sottofondo che, senza sosta, accompagna la folla dei fedeli tra cui si perdono anche i turisti ed i curiosi quasi risucchiati dal rullio dei tamburi.
I “tamburinari” con i loro strumenti precedono il Santo e sembrano quasi annunciarne l’arrivo ai fedeli; al loro seguito il popolo che balla, instancabile, senza mai fermarsi per ore ed ore. Una danza che testimonia la devozione e la fede e che insieme rappresenta anche una manifestazione di gioia.
Il coinvolgimento è totale, uomini e donne, ragazzi e bambini è impossibile estraniarsi dal ritmo ossessivo dei tamburi che riecheggiano lungo il percorso. È un tripudio di suoni e di colori. Le viuzze sono addobbate con cura da miriadi di bandierine colorate e da molti balconi sbucano le “barche di San Rocco”. È tradizione, infatti, appendere delle barche che rappresentano il veliero con cui la statua di San Rocco fu trasportata dalla città di Napoli.
Nella tarda mattinata la “processione ballata” arriva alla Chiesa Matrice e da qui riparte dopo la Santa Messa. Questa è l’unica vera interruzione. Poi, tutto ricomincia: i suoni, i balli, il rullio dei tamburi e le toccanti scene votive. Sui volti degli uomini e delle donne si legge l’emozione per questi momenti carichi di un significato profondo ed antico di devozione e di fede. È il tramonto quando la processione ritorna alla chiesa del Santo; la folla riempie fino all’inverosimile la piazzetta antistante e si stringe tutta intorno a San Rocco per un ultimo saluto.
I portatori girano la statua, un gesto rituale che ricorda di quando il Santo dopo aver raccolto la peste nelle sue mani, se ne liberò entrando a ritroso nella chiesa. Gli applausi si sollevano fragorosi nel cielo ed accompagnano il Santo nel suo rientro.

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