Castrovillari


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Se la definiamo “capitale del Pollino” non sbagliamo. La mia esperienza nel Parco la devo tutta a Castrovillari. È da qui che sono partito per avventurarmi fra la natura e le bellezze del Parco Nazionale del Pollino. E a dirla tutta mi hanno preso per il naso e per la gola. Infatti, sono venuto a provare i famosi spaghetti al fuoco di bacco realizzati con un sugo mescolato insieme al vino rosso. A seconda dei propri gusti si può aggiungere del pepe o olive verdi oppure nere. Io ho potuto apprezzare una variante con le olive nere mentre quel fumo prelibato mi finiva negli occhi nello stesso istante in cui davanti avevo il Castello Aragonese. Alle mie spalle il Protoconvento e tutto intorno le montagne del Pollino calabrese. Dietro quelle vette, c’è la Basilicata. Nel mio pranzo non sono mancati poi i peperoni cruschi, una specialità tipica dei “pollinari”. Li cucinano, infatti, proprio nelle zone intorno alle pendici del monte Pollino. È ottimo il sapore di questi peperoni lasciati essiccare e poi fritti nell’olio. Una volta alzati da tavola perché non andare a visitare il primo convento dei francescani che la Calabria ha avuto? E allora eccoci dentro al Protoconvento per ammirare i suoi archi, il suo cortile e tutte le stanze che trovano le proprie radici nel 1200. Qui dentro c’è anche il Teatro Sybaris che, insieme ad altri spazi della struttura, ospita una delle più importanti rassegne teatrali d’Italia: Primavera dei teatri. Ma la vocazione nazionale di Castrovillari non si ferma certo qui. Anzi va addirittura fuori dai confini italiani con il Festival Internazionale del Folklore e con il suo Carnevale. È qualcosa di bellissimo vedere sfilare carri e maschere con le montagne sullo sfondo. Anziché avere il mare come a Venezia, a Castrovillari si festeggia nell’abbraccio del Pollino. Per poter visitare il Parco con una guida ci si può recare presso la sede secondaria del Parco che è proprio qui, nel centro della città, a Palazzo Gallo. Basta entrare, informarsi e partire, zaino in spalla, insieme a chi la montagna la conosce come le sue tasche. Arrivati sulle cime del Pollino guardare una città così viva è davvero, davvero molto bello.

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